50 Anni senza Sergio Ramelli, vigliaccamente assassinato per le sue Idee, mezzo secolo dopo, il suo ricordo divide ancora

Non c’è pace per la Memoria di Sergio Ramelli, un ragazzo ammazzato da vili senza scrupoli che dopo 50 anni ancora scatena l’odio e il rancore di chi non ha ancora ammesso le sue colpe
Picture of Magazine DG85.it

Magazine DG85.it

Articolo a Cura della Redazione

Condividi Ora l’Articolo, Aiutaci a Restare Liberi

Non c’è pace per la Memoria di Sergio Ramelli, un ragazzo ammazzato da vili senza scrupoli che dopo 50 anni ancora scatena l’odio e il rancore di chi non ha ancora ammesso le sue colpe

Sono passati 50 anni da quei tragici giorni di tumulti, lotte di classe, odio e discriminazione che in un’Italia divisa e sperduta, tolsero la Vita ad un Ragazzo di 19 anni, colpevole solamente di avere delle idee, mezzo secolo dopo, il Nome di Sergio Ramelli, divide ancora. 

Una targa nella scuola che frequentava, a cinquant’anni dalla morte, cinque decenni dopo il vile omicidio che l’ha strappato alla Vita e ai suoi cari dovrebbe essere un gesto semplice, innocuo e doveroso. 

Purtroppo nell’Italia dell’ideologia che è ormai parte integrante della vita nelle scuole pubbliche e non solo, un cancro che non accenna ad indietreggiare come se i luoghi dello studio fossero un feudo ad uso e consumo di un solo schieramento, anche una commemorazione diventa occasione di polemiche, rabbia repressa, odio gratuito. 

L’Esempio di Sergio Ramelli

Sergio Ramelli era uno di noi, un ragazzo come tanti che credeva nella Libertà di Pensiero che non temeva le sue opinioni e non si nascondeva. 

Come Magazine DG85.it vogliamo ricordare la sua figura perché è grazie al suo sacrificio che abbiamo imparato il Valore della Libertà, se oggi siamo qui per difendere un Giornalismo senza Etichette ed un’Informazione Libera ed Indipendente, al servizio del Pensiero Libero, contro il qualunquismo e l’unica ideologia, in parte è anche per onorare chi come Sergio ha dato la vita per tutto questo. 

Fa male vedere che il suo sacrificio non ha cambiato granché le cose. Oggi c’è sicuramente più Libertà, possiamo dire la nostra, con una relativa tranquillità ma allo stesso tempo, c’è ancora del marcio che aleggia intorno a noi. 

Se una scuola si rifiuta di affiggere una semplice targa, in memoria di un ragazzo, assassinato brutalmente, senza alcuna giustificazione, carissimi amici che ci leggete, dobbiamo dirlo apertamente: c’è un grosso problema. 

Ramelli NO, Giuliani SI

Eppure, in un’aula del Parlamento, c’è senza alcuna vergogna, una targa in memoria di Carlo Giuliani, il ragazzo morto durante i fatti del G8 di Genova, colpito da un proiettile mentre armato di estintore e coperto da un passamontagna, cercava di ammazzare due Carabinieri praticamente suoi coetanei.

Quello è morto, e di questo ci dispiaciamo ma non è certamente caduto da eroe o per caso, voleva portare morte nelle famiglie di altri e la morte s’è presa lui. 

Sergio Ramelli appartiene a tutt’altra categoria. Era un ragazzo che amava la Politica, la Libertà, l’Italia. Combatteva per le sue idee e questa sua passione, nell’Italia degli anni di piombo, gli è costata carissima. 

I Vili assassini che l’hanno brutalmente ammazzato, non si sono mai del tutto pentiti, per anni sono stati protetti e difesi dalla sinistra più o meno estrema, hanno conosciuto il carcere ma tuttosommato non c’è mai stata una netta condanna istituzionale sull’accaduto.

Per questo, dopo 50 anni dalla sua morte, vogliamo ricordarlo, su queste Pagine, come un simbolo di Libertà e Democrazia, un martire, caduto per dare un mondo più libero a tutti noi.

R.I.P. Sergio Ramelli

Picture of Magazine DG85.it

Magazine DG85.it

Articolo a Cura della Redazione

Condividi Ora l’Articolo, Aiutaci a Restare Liberi