Romano Prodi è il classico esempio di Patriarcato Tossico, uomini figli di un’altra epoca che considerano la Donna come un oggetto nel migliore dei casi se non addirittura un fastidio ed una seccatura.
Se la domanda scomoda su Ventotene, l’avesse posta un giornalista uomo, probabilmente il Mortadella l’avrebbe risolta con una mascolina pacca sulla spalla ma purtroppo, la voce della verità questa volta appartiene a Lavinia Orefici e allora la reazione è totalmente diversa.
Un Prodi infastidito, inizia a deridere la giornalista, fino a metterle le mani addosso, tirandole i capelli come gesto di ulteriore scherno e mortificazione.
Agghiacciante la risposta dei presenti che anziché prendere le distanze dal leader della sinistra, ridono dell’accaduto come fosse normale amministrazione.
Evidentemente per Romano Prodi e per certi suoi amici “giornalisti” questa è la quotidianità, quella supponenza di chi si crede superiore agli altri, dell’uomo che deve sempre imporre la sua volontà sulle donne anche con metodi decisamente poco corretti ed accettabili.
Quella a cui abbiamo assistito è pura e semplice violenza sulle donne, un gesto vile ed infame che andrebbe condannato senza alcuna esitazione ma purtroppo non è così.
Romano Prodi e il silenzio delle Femministe
Il silenzio delle Femministe anche questa volta è assordante e ci infastidisce quasi quanto il sostegno giunto da più parti della sinistra a questo personaggio.
Un paese normale dovrebbe mettere all’angolo costui, isolarlo nella sua follia e nell’ignobile violenza che lo caratterizza.
Non in Italia, dove la vittima diventa colpevole e il suo carnefice si permette di rincarare la dose.
Se la gran parte dei giornalisti italiani ha scelto la strada del silenzio, noi non possiamo stare a guardare, come Magazine DG85.it crediamo nella Parità di Genere e lottiamo ogni giorno in difesa delle Donne e dei più deboli.
Il nostro Giornalismo non ha Etichette, sosteniamo un’Informazione Libera ed Indipendente e non abbiamo paura di condannare apertamente quanto abbiamo visto.
Romano Prodi ha compiuto un gesto ingiustificabile, soprattutto in questo periodo storico. Nessuna scusa.