Roberto Mancini è senza dubbio uno dei più grandi Campioni del Calcio Italiano (e non solo) di tutti i tempi. Chi come noi l’ha visto giocare ai tempi della Sampdoria in coppia con l’Amico Gianluca Vialli e poi alla Lazio, non può che inchinarsi ad un mito assoluto.
Il 27 Novembre, Roberto Mancini compie 60 anni, nato del 1964 è stato tra i protagonisti del calcio tra la fine degli anni 80 e l’inizio degli anni 2000.
Uno storico Scudetto con la Sampdoria, insieme a Gianluca Vialli, Fratello più che Amico. Una finale di Champions League, allora Coppa dei Campioni, persa per un niente. Un Mondiale, quello del novanta, che poteva dargli qualcosa in più ma da giocatore con la Nazionale non ebbe il feeling che tutti ci aspettavamo.
Poi anni a combattere per i colori blucerchiati. Tanti Top Club al mondo avrebbero voluto quella Maglia Numero 10 tra le loro fila ma per tanto tempo ha preferito la Provincia, l’attaccamento ad una Città che era diventata la sua seconda casa.
Poi il passaggio alla Lazio, un’altra Provinciale molto ambiziosa, con altri due Fratelli più che Amici, Attilio Lombardo e soprattutto Sinisa Mihajlovic. Un altro Scudetto quasi impossibile, con alla guida tecnica Sven Goran Eriksson, di cui imparò lo stile.
In mezzo Coppe Italia, Supercoppe, Coppa Uefa. Poi l’esordio da Allenatore, prima la Fiorentina, poi l’Inter, poi il mondo da Manchester a San Pietroburgo per poi tornare in Italia sulla panchina della Nazionale.
Quell’abbraccio a Wembley con Gianluca Vialli, pochi mesi prima della sua scomparsa, rimarrà nella storia. Proprio in quello stadio dove tre decenni prima perdevano una Champions League con la Sampdoria, da CT e Manager vincevano quell’incredibile Europeo che ha fatto sognare l’Italia intera.
Poi la prematura morte in pochi mesi di Gianluca Vialli e Sinisa Mihajlovic, la perdita di due fratelli, così giovani, all’improvviso e quel sorriso beffardo che non si vedeva più sul suo volto.
Il litigio con Gravina, l’Italia che non si qualifica ai Mondiali, l’addio alla Nazionale tra le polemiche, la scommessa (milionaria) da CT in Arabia Saudita, l’addio anche questa nuova esperienza. Un po’ di errori negli ultimi anni, forse giustificabili da quelle due perdite che hanno cambiato Roberto Mancini.
Oggi siamo qui per celebrare il Campione e l’Uomo, un esempio per tanti di noi amanti del Calcio, un personaggio sempre attento a mantenere un certo stile, quella Classe che ci mostrava a colpi di tacco sul campo, l’ha poi ritrovata anche da Allenatore.
Tanti Auguri Roberto Mancini, ti aspettiamo presto con tanti altri Trofei da vincere perché da lassù, quei tuoi due Fratelli e Papà Eriksson ti guardano e vogliono ancora che tu li faccia divertire.