Neffa – Canerandagio. Non è certo l’Album Rap a cui sono abituati i giovani d’oggi, forse perché la Musica che ascoltano è lontanissima dal vero Rap anche se è da lì che trae ancora ispirazione.
Neffa è uno dei Padri del genere, in Italia, anche se è sempre stato qualcosa di unico, fuori dagli schemi, difficilmente etichettabile.
“La Mia Signorina” o “Prima di Andare Via” sono state delle ottime hits estive che lo hanno fatto conoscere nei primi anni 2000 al grande pubblico ma la sua Arte è molto altro e ora, con la maturità dei suoi quasi 60 anni, può venire fuori senza compromessi.
Neffa e la consapevolezza della Maturità
Un’Artista che ha già dimostrato tutto e che può permettersi di essere Libero come un “Canerandagio” che è molto più del titolo di questo disco.
Neffa si fa accompagnare da tanti suoi Figli che a loro volta oggi sono già Padri della Nuova Generazione. Fabri Fibra, Guè, Noyz Narcos, Gemitaiz, Frah Quintale, eredi Artistici di una generazione che ha fatto Rap in Italia quando non era ancora di moda.
Ci sono poi chicche come Myss Keta, Joan Thiele, Francesca Michielin e Ele A, perché le eredi, in forme diverse, di una leggenda della Musica Italiana, sono anche Donne che stanno scrivendo a loro volta pagine importanti.
Noi che raccontiamo la Cultura Contemporanea ogni giorno, non possiamo che inchinarci di fronte a Neffa, ha segnato un’epoca, un genere, un movimento, ha in qualche modo cambiato la nostra Società Attuale, iniziando dagli anni 90.
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“Canerandagio” non è etichettabile, non è un Album con un genere definito, è un mondo a parte. Raffinato, seducente, coinvolgente, un po’ nostalgico, triste, molto cupo.
È un Disco che arriva quattro anni dopo l’ultimo lavoro e una Vita dopo gli anni d’oro del Cantante di Scafati, forse anche per questo non poteva certo essere qualcosa di banale.
Giovanni Pellino è figlio dell’epoca in cui la Musica era fatta con attenzione, tempo, attesa. Non certo l’usa e getta di oggi, con giovani costretti dalle major a sfornare due Album l’anno e un susseguirsi immenso di Singoli che poi quasi mai lasciano veramente il segno.
Non è una Produzione che spaccherà le classifiche, questo è certo ma ormai siamo abituati a questo trend al ribasso. Più un Disco è raffinato ed importante, meno hype genera, è anche questo uno specchio dei giorni nostri.
Delle dieci tracce di “Canerandagio” non c’è qualcosa che emerge più delle altre, è una ragnatela, tutto si collega, tutto vive in funzione del resto, come un Concept Album d’epoca.
Se tuttavia non lo ascolterete, possiamo assicurarvi che vi perderete qualcosa di molto interessante anche se decisamente non convenzionale.