Si è conclusa l’edizione n°81 della Mostra del Cinema di Venezia. Uno degli eventi più attesi non solo per il mondo del Cinema. La Biennale è infatti Arte a 360° ma anche glamour, gossip, life style, spettacolo in tutte le sue forme.
Con la consegna dei vari Premi, dalla Giuria, alla Critica, passando per quelli di varie istituzioni più o meno autorevoli, è finalmente giunto il tempo di un bilancio e con l’occasione, inauguriamo la nostra nuova Rubrica dedicata al Cinema.
Chi ci legge e segue da tempo, sa benissimo che il Magazine ToMyChart anche precedentemente la collaborazione con DG Network, da sempre si occupa anche del mondo del Cinema. Le nostre Recensioni sui Film in sala e sulle piattaforme di streaming sono cosa nota ma non ci manca anche una certa passione per il glamour, il gossip, la notizia.
Venezia è tutto questo. Da un lato i nuovi Film presentati in anteprima che le Recensioni che possono affossare o dare enorme visibilità, a volte eccessiva, ad una pellicola ma la Mostra del Cinema è anche come abbiamo già detto molto altro, è lo specchio di un certo tipo di società, uno spaccato di vita, lontana ai più ma che attraverso queste manifestazioni può ancora sfoggiare la sua bellezza e il suo fascino.
C’è chi pensa che nel 2024 una manifestazione del genere sia alquanto obsoleta e superata, nell’epoca dei Social dove in apparenza sappiamo già tutto, sulle stars più affermate ma anche su quelle decadute, a cosa serve il carrozzone di fotografi e giornalisti all’inseguimento in stile “Vacanze Romane” dei V.I.P. presenti?
Sembra tutto inutile ma in realtà c’è ancora un sorprendente fascino in Laguna che va oltre il Film presentato, la poesia del registra, la retorica o la morale di un prodotto che magari al botteghino venderà poche decine di biglietti.
Al pubblico piace ancora il Red Carpet, la sfilata delle Bellissime attrici in abito lungo, sempre più accompagnate da Cantanti, Influencer, personaggi di nicchia che riescono sorprendentemente ad essere lì in prima fila magari non alla festa più esclusiva ma sicuramente almeno al gran ballo di fine e/o inizio Mostra del Cinema.
E’ una festa di colori, uno schiaffo alla povertà e alla crisi se vogliamo, l’opposto di ciò che poi viene narrato nelle pellicole sempre molto impegnate e guardanti a temi sociali di alto profilo. Questa eterna e indissolubile ipocrisia mascherata da affascinante contraddizione, renda la Mostra del Cinema di Venezia, uno degli eventi più seducenti e amabili del pianeta.
Poco importa se in realtà è un club a numero chiuso, una stanza in cui si entra solo se in possesso della parola d’ordine, la quale la si può conoscere solo frequentando le persone giuste. Poco importa se è il pubblico pagante a tenere in piedi tutto questo e ancor meno importa se tutta questa sfarzosità, fondamentalmente è un’enorme campagna pubblicitaria per gli sponsor dell’evento.
Venezia è Venezia. Un po’ come il Natale, sappiamo che è ormai solo un’operazione commerciale ma ogni anno ci sbattiamo per trovare il regalo più luminoso e gradito possibile.
Cosa ci resta di questa Mostra del Cinema n°81? Il Premio a Pedro Almodovar che affronta il drammatico tema del fine vita, del suicidio assistito, del dolore della malattia ma allo stesso tempo della forza dell’Amicizia e della resilienza femminile che a volte , anzi praticamente sempre, è di gran lunga superiore a quella maschile.
Resta lo snobismo con cui le varie giurie trattano Lady Gaga, attrice strepitosa che paga il pregiudizio di chi ancora non considera vero attore chi arriva da altre arti come nel suo caso la Musica. Non vince nulla a Venezia ma siamo certi che vincerà al botteghino.
L’immagine di Nicole Kidman che rinuncia alla premiazione, alla gloria, agli applausi per correre al capezzale della Mamma scomparsa proprio nelle ore della Mostra, resterà come uno dei momenti più umani e toccanti, non solo di questa Edizione ma dell’intera storia della Biennale.
Per il resto, tutto come da copione. Tanti temi trattati nella varie pellicole ma nessuno particolarmente eversivo o fuori dai solito canoni e dai soliti schemi tanto cari al pensiero unico dominante. Non c’è nulla di veramente scioccante o capace di creare un vero dibattito ed una discussione magari anche accesa che sappia lasciare il segno. Insomma, si chiude qui un’altra Biennale, sempre uguale e dannatamente seducente.
Ci vuoi stare alla larga ma alla fine di risucchia con il suo fascino avvolgente ed intrigante, la critichi, la giudichi, la disprezzi ma poi alla fine dei conti, ti rendi conto che in realtà, il tuo non è altro che Amore!