Marco Magrin aveva 53 anni. Ai tempi della Covid e del greenpass sarebbe stato considerato “fragile”, aveva un Lavoro regolare ma lo stipendio non era abbastanza per pagare un affitto nella sua Treviso.
Marco Magrin è stato sfrattato, gettato in mezzo alla strada come immondizia, anzi in realtà anche peggio perché con il porta a porta e la raccolta differenziata, oggi per i rifiuti abbiamo cura maggiore.
Marco Magrin non era un giovane in fuga da chissà quale guerra più o meno immaginaria, non era sbarcato da una nave finanziata da qualche ONG, Marco Magrin non aveva buttato in mare i documenti e non aveva neppure in tasca uno smartphone da migliaia di euro.
Marco Magrin era un Italiano con troppa dignità per chiedere aiuto. Un Uomo come tanti, solo, abbandonato dallo stato e dalla Famiglia. Uno di noi. Una persona per bene che chiedeva solo un pochino di rispetto.
Marco Magrin è morto di freddo, mentre dormiva in un Garage, unico riparo che poteva permettersi.
Per Marco Magrin non ci sono state fiaccolate, nessuno ha organizzato proteste, marce o concerti. Marco Magrin è morto nel silenzio di una fredda notte di Dicembre.
Eppure in tanti sapevano, le istituzioni di Treviso erano a conoscenza delle difficoltà di Marco Magrin ma nessuno ha saputo o voluto fare qualcosa.
Nell’Italia dell’accoglienza, dove i magistrati sovvertono le leggi votate dal parlamento per imporre ad ogni costo il diritto alla migrazione, un Italiano muore di Povertà e nessuno fa nulla.
C’è sempre un tetto ed un pasto caldo per i migranti che arrivano quotidianamente e che giustamente vanno tutelati, sfamati, protetti anche se il più delle volte si tratta di giovani che potrebbero tranquillamente mantenersi senza bisogno dello stato italiano.
Per loro c’è sempre un sostegno, lo stesso sostegno che invece non c’è stato per il povero Marco Magrin.
C’è tanta rabbia, tanta delusione, tanto sgomento e tanta frustrazione. Marco Magrin è stato ammazzato dallo stato, da chi doveva dare una mano ad un Lavoratore Italiano ma che invece ha preferito omertà, silenzio, diniego.
Questa Italia non ci piace.