Lily, Storia di una Vendetta Recensione Libro Rose Tremain

Lily, Storia di una Vendetta è un racconto di cronaca nera come tanti, nessun colpo di scena e suspense inesistente, magari fosse stato davvero un thriller.
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Lily, Storia di una Vendetta è un racconto di cronaca nera come tanti, nessun colpo di scena e suspense inesistente, magari fosse stato davvero un thriller.

Rose Tremain è Autrice di romanzi, racconti e sceneggiature, pubblica con Einaudi nel 2024 “Lily, storia di una vendetta

Dopo aver studiato alla Crofton Grange School e alla Sorbona, si è laureata all’Università dell’East Anglia, dove in seguito ha insegnato scrittura creativa per alcuni anni. Attualmente vive nel Norfolk e a Londra, insieme al biografo Richard Holmes. I suoi libri sono stati tradotti in più lingue e hanno ottenuto numerosi premi e riconoscimenti.

“Io sono Lily Mortimer e non voglio piangere”

Lily Mortimer nasce nel 1850 a Londra e appena nata viene abbandonata avvolta in un sacco davanti ai cancelli di Victoria Park. La trova un giovane poliziotto, Sam Trench, che la salva da un attacco di lupi.

Porta la bambina all’orfanotrofio Foundling Hospital e da lì la piccola viene data in affido temporaneo alla famiglia Buck dove Nellie e Perkin la crescono insieme ai loro figli Jessy, James e Joseph nella loro fattoria nel Suffolk.

La nostra bambina sembra aver trovato una nuova vita, ma la legge del tempo impone che i neonati abbandonati debbano essere restituiti all’orfanotrofio all’età di sei anni. Da quel momento la vita di Lily cambia e ,tornata in istituto, deve dimenticare la sua infanzia felice e scontrarsi con la realtà fatta di suore, regole e lavoro per sdebitarsi con la società e il signore per essere figlia di una madre indegna che si è macchiata del peccato più grave.

Purtroppo non è sola, insieme a lei altre bambine “riconsegnate” piangono e si disperano per poter tornare alla vita di prima in famiglia ma non può succedere e quando Lily si rende conto di questo fa di tutto per non darla vinta alla suora capo; l’infermiera Maud. 

Lily ha diciassette anni e lavora in una bottega di parrucche per la signora Belle Prettywood che la prende in simpatia vista la sua bravura nel cucire e vuole farne la sua erede ma la giovane ha un segreto.

Ella ha commesso un omicidio che le pesa sulla coscienza e teme con ansia il momento in cui verrà scoperta e impiccata. Nella sua mesta vita appare un uomo. Molto presto Lily scoprirà che si tratta del poliziotto che l’ha salvata appena nata e che ora si è innamorato di lei.

La Ragazza però non può lasciarsi andare a questo sentimento, anche se vorrebbe, e finisce per confessargli il suo reato. Cosa ne sarà ora della giovane assassina?

Questa riassunta è la trama del libro. “Lily, storia di una vendetta” viene spacciato per un thriller psicologico. A mio parere non è un thriller e di psicologico ha poco. Ho trovato il libro un racconto di narrativa dove le vicende della bambina vengono descritte molto dettagliatamente e anche in maniera molto cruda, mentre per ciò che riguarda la Lily adulta penso ci siano molte lacune.

“…Guai a te! Qui non tolleriamo sentimentalismi. Sei la figlia di una madre indegna e dovresti metterti in ginocchio e ringraziare il Signore Gesù che ti abbiamo salvata. Ora devi tenere bene a mente solo questo: che sei stata salvata…”

lily storia di una vendetta 1

Fin da subito si annuncia la presenza di questo omicidio misterioso che angoscia la giovane Lily e sembra che l’autrice si stia incamminando verso un buon thriller e invece quasi subito si perde nella melanconia e nel turpiloquio esistenziale che la ragazza fa con se e con Dio. 

“…E allora decide che, quando arriverà il momento del processo, dirà proprio questo: dirà che ha ucciso per restituire ad altri la libertà…”

Lily, storia di una vendetta” me lo aspettavo un attimo più grintoso e ,invece di avere davanti una donna forte che reclama il suo posto nel mondo e si vendica per le innumerevoli angherie subite, troviamo una ragazza impaurita e sottomessa che segue le regole e si pente subito per aver seguito una volta sola quello che le diceva l’istinto.

Non farò spoiler sull’oggetto del reato (anche se lo si capisce nell’immediato), ma mi aspettavo una reazione più decisa. La stessa Lily, anche se non obbligata, confessa il suo reato e lo fa all’ispettore capo che indaga su quell’omicidio…insomma…sul serio?

Tra l’altro introdurre il personaggio di Sam Trench come possibile amore nella vita di Lily mi è sembrato strano. Lo stesso poliziotto che la salva da neonata e ora se ne innamora? Differenza di età a parte, cosa vi dice l’intenzione di un uomo che segue la vita di una neonata fino a capire se da grande le si possa avvicinare? Non so non mi è piaciuto molto.

Non metto in discussione l’idea che probabilmente c’è dietro “Lily, storia di una vendetta” perché la ciccia c’è. Gli abusi in orfanotrofio, il concetto cattolico di peccato che passa dalla madre al figlio che abbandona, l’espiazione e il senso di perenne difetto che lascia nei piccoli orfani, la povertà e la vita dura, l’esibizione dei bambini per i “benefattori” che elargiscono denaro per sentirsi meno colpevoli ma che non si adoperano per fare qualcosa di concreto per salvare i bambini da quel mondo, l’ambientazione londinese di inizio novecento che rende tutto molto suggestivo e perchè no anche il desiderio di vendetta che sorge in queste situazioni.

Vorrei però mettere in discussione il modo in cui questi temi sono stati trattati. Non ho trovato coinvolgimento soprattutto per la Lily adolescente. Lo stile di scrittura mi ha molto annoiato. Molto interessanti le descrizioni dei luoghi ma meno interessanti i dialoghi scarni e poco esplicativi. Molto belle ,se così si può dire, le descrizioni della parte della Lily bambina dove a volte ho fatto fatica a continuare a leggere per la troppa crudeltà delle scene.

Ecco in quel momento sentivo di dare una possibilità al testo, ma poi il capitolo dopo mi dovevo ricredere. La tecnica di alternare capitoli della Lily bambina a quella della Lily adolescente forse servivano a far si che il lettore arrivasse alla fine perchè di solito questo crea suspense e curiosità in chi legge invece ,in questo caso, se ti fermi sul capitolo sbagliato non ti ricordi più perchè lo stai leggendo.

Il finale di “Lily, storia di una vendetta” poi non mi ha dato il riscatto che cercavo. Non finisce e lascia tutto lì come se il tempo passato a sfogliare le duecentosessanta pagine fosse stato tutto inutile. Non lascia nulla che possa farti pensare a Lily, rimane una storia di cronaca nera come tante se ne sono sentite e se ne sentono dove però non hai trovato nemmeno quel briciolo di compassione che di solito senti. Sicuramente il lato psicologico del libro è troppo alto e difficile da capire per me, ma posso dire che in questo caso le mie aspettative sono state altamente deluse.

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“…Non era una bambino, a essere intrappolato in quel pozzo gelido dove respirava a malapena, era una bambina, ero io, perchè è questo che è diventata la mia vita: un’esistenza a metà, marcia e asfissiante, da cui non c’è possibilità di fuga…”

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