Søren Sveistrup è uno scrittore e sceneggiatore danese. Nato in un sobborgo di Copenaghen nel 1968 viene adottato da bambino e trascorre la sua infanzia sull’isola di Thurø. Noto per la serie “The Killing” esordisce con Rizzoli nel 2018 con il suo primo romanzo.
“L’Uomo delle Castagne” è la storia di un serial killer.
Siamo in Danimarca a Copenaghen e la storia si svolge dal 6 ottobre al 4 novembre. Protagonisti della storia sono due detective Naia Thulin e Mark Hess che si ritrovano a indagare sulla morte di una donna ritrovata senza una mano e con uno strano omino fatto con le castagne e i legnetti. Non sarà la sola.
Altre due donne perderanno la vita e verranno ritrovate senza mani e anche senza un piede ma con sempre vicino l’omino di castagne. Le vittime sono madri che ,in qualche modo, avevano qualche difficoltà a conciliare il ruolo di genitore con gli altri aspetti della vita e questo l’uomo delle castagne lo ha notato subito.
Il serial killer di “L’Uomo delle Castagne” è molto sensibile sull’argomento minori e soprattutto quando questi subiscono maltrattamenti. In Incipit, infatti, ci viene presentata una storia del 31 ottobre 1989 dove un agente ,ormai prossimo alla pensione, si ritrova testimone e poi vittima di un efferato omicidio di tutta una famiglia in una fattoria definita “la fattoria delle castagne”.
Unici superstiti due bambini gemelli che erano stati affidati alla famiglia e una serie infinita di omini fatti con le castagne.
Ai giorni nostri insieme agli omicidi i nostri detective si ritrovano coinvolti anche in un caso ,in apparenza chiuso, che coinvolge il rapimento e la morte di Kristine Hartung figlia del ministro degli affari sociali Rosa Hartung. Le impronte della bambina si trovano infatti su ognuno degli omini di castagne ritrovato vicino ai cadaveri.
Ovviamente gli omicidi del 1989 e quelli del 2018 sono in relazione così come il rapimento e uccisione della piccola Kristine ma per spiegarvi come dovrei fare un sacco di spoiler…e non mi sembra il caso di togliervi il piacere di leggere queste 570 pagine.
Parlo di piacere perché “L’Uomo delle Castagne” questo è stato per me. Un thriller pieno di suspence e colpi di scena, pieno di scene sanguinose e indagini un pò così ma che poi migliorano, descrizioni e analisi psicologiche e anche una forma di denuncia al sistema dei servizi sociali minorili. Tutto ben miscelato per dar vita a un romanzo che ha il sapore di una serie tv e in effetti ne hanno fatto anche l’adattamento televisivo.
Per “L’Uomo delle Castagne” romanzo come per la serie la tensione rimane alta e ogni puntata così come ogni capitolo ti invoglia ad andare avanti perchè ,ogni volta che pensi di aver capito cosa farà l’uomo delle castagne beh…ti stavi sbagliando. Anche i due detective sembrano fare parecchia fatica e sul finale in pratica si ritrovano con il colpevole davanti agli occhi e anche allora faticano a riconoscerlo.
Un tema molto delicato.
Si parla si di morti ma anche di minori maltrattati, abusati e vittime di un sistema che si vanta di tutelarli mentre in realtà molto spesso nemmeno li vede. La tematica ,immagino, sia personale per l’autore ,essendo lui stesso stato adottato, quindi immagino voglia essere una denuncia personale verso un sistema che Søren conosce da vicino.
Mi auguro non sia lo stesso per i maltrattamenti e gli omicidi, ma sicuramente la storia è scritta molto bene e con un ritmo incalzante e ben poco scontato. I personaggi sono descritti molto bene e infatti vedendo la serie li riconosci subito, ma allo stesso tempo non ci troviamo come molte volte accade ad avere un secondo romanzo nel romanzo per via delle troppe parti introspettive che descrivono le turbe degli agenti. Forse una parte che avrei analizzato di più riguarda il killer e le sue motivazioni.
Ovviamente a un certo punto si capisce perchè lo fa, ma in realtà la motivazione non mi trova molto d’accordo con le vittime a cui dà la responsabilità e le colpe. Un’altro aspetto che non viene molto scandagliato è il caso di Kristine. Sarebbe stato interessante capire come è avvenuto il rapimento e l’omicidio della bambina e come mai la colpa per l’assassino sia ricaduta su di lei mentre di solito le vittime sono le madri. Per la serie si parla di una seconda stagione…staremo a vedere.
“…Anne Sejer-Lassen è appesa a un frangivento. Due rami le spuntano da sotto le braccia e sostengono il corpo martoriato. I piedi nudi ciondolano e la testa è china sul petto, con i lunghi capelli a coprirle il volto. Quando si avvicina, Thulin capisce che cosa c’è che non le torna. Le braccia di Anne Sejer-Lassen sono troppo corte. Entrambe le mani sono scomparse. E poi lo vede. L’omino di castagne infilato nella carne della spalla sinistra. Le sembra che sorrida…”