I Miei Giorni alla Libreria della Felicità di Cali Keys. Un romanzo allegro, spensierato e pieno di buoni propositi. Quando tutto sembra perduto un libro può sempre aiutare…a patto che si il libro giusto.
Cali Keys ha lavorato per anni nella comunicazione, prima di realizzare il sogno di diventare una scrittrice. Nel 2017 ha vinto il Diva Award per la categoria romance e da allora non ha più smesso di scrivere esce nel 2023 con “I miei giorni alla libreria della felicità” edito da Newton Compton Editori.
La nostra protagonista è Lucie giovane donna che vive a Parigi e si ritrova in un momento molto buio della sua vita. Scrittrice, lettrice accanita e educatrice aiuta gli altri nella ricerca di un impiego e nella scoperta delle proprie passioni e attitudini.
“…Hobby: leggere e scrivere. Ho pubblicato sette romanzi, malgrado come autrice sia rimasta un illustre sconosciuta. Aspetto ancora che il mondo letterario mi scopra…”
I Miei Giorni alla Libreria della Felicità: la Trama
A causa di un grave lutto però non è in grado di aiutare nessuno nemmeno sé stessa e quindi si allontana, non volontariamente ma dietro richiesta del marito, e si rifugia a Saint-Malo nella casa dei nonni. Una villetta in un piccolo e caratteristico paesino in Bretagna sulle rive dell’oceano.
Lì spera di riuscire a rimettere in sesto la sua anima e il suo cuore. Viene subito accolta da un giovane gabbiano che si dimostra meno pericoloso di come lei immaginava (da quelle parti i gabbiani sono noti per aggredire i turisti che passeggiano con leccornie varie).
Dopo aver risistemato un minimo la casa decide di uscire e provare a respirare l’aria frizzante dell’oceano e trovare magari l’ispirazione per il suo prossimo romanzo. Incontra Amandine una giovane fornaia che, con l’aiuto dei suoi deliziosi prodotti da forno, l’aiuta a far breccia nel vecchio e burbero vicino di casa Lėonard.

Le nuove conoscenze però non finiscono qui e in breve tempo si avvicina anche a Vivienne una strana libraia in difficoltà sia con la sua salute mentale che con la sua attività. Lucie scopre quindi che altri sono in un periodo buio come lei e non si si trattiene dal provare ad aiutarli nella speranza di guarire insieme a loro le sue ferite. Inizia così una bizzarra convivenza con il vecchio Lėonard, la libraia Vivienne, il gabbiano Coco, sua madre Annick e il suo chihuahua Chichi e una giovane ragazza Camille.
Tutto sembra molto surreale; le vicende che li accomunano e che li fanno affezionare, i dialoghi e soprattutto il fatto che tra di loro ci siano sempre di mezzo i libri.
Lėonard infatti aiuta le giovani donne nella scoperta dei classici e loro lo “iniziano” ai romanzi rosa e più commerciali. Si crea presto un connubio bizzarro ma pieno di amore che porterà ognuno di loro a risanare vecchie ferite e a ritrovare l’entusiasmo per il futuro.
Ovviamente insieme creeranno una libreria, una biblioteca sociale e una pasticceria con bar tutto nella stessa casa in cui convivono, insomma sembra una sit-com anni novanta.
“…Non sembra convinto di quello che gli ho detto. Come si riparano le anime degli altri, le loro ferite? Come si riempie il cuore di una persona che si sente così sola e che pensa che nulla abbia più senso? Troverò mai una risposta a queste domande? …”
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“I miei giorni alla libreria della felicità” è un libro leggero che però non perde di farti riflettere. Nel momento più buio quando niente sembra avere più senso e l’unica cosa che ti va di fare è dormire o bere per dormire ancora aiutare qualcuno e provare a donare amore e attenzioni sembra sia la strada migliore per tornare ad amare se stessi.
I nostri protagonisti sono sicuramente una bizzarra famiglia ma proprio come le famiglie sanno essere di supporto nonostante le discussioni e le idee differenti. Sembrano quasi una barzelletta; una scrittrice, una libraia, un vecchio bibliotecario e un gabbiano e invece si rivelano essere una soluzione efficace.
Lėonard da burbero e scontroso vecchio solitario diventa un punto di riferimento per queste donne in crisi con la vita. Anche Coco il gabbiano dà il suo supporto in modi che non credevi un uccello potesse dare. Le storie sono impegnative e toccanti, ma il modo di raccontarle è fresco e divertente.
Ho divorato le pagine di “I miei giorni alla libreria della felicità” e quasi mi ci vedevo a vivere anche io in quella casa piena di libri, conversazioni e dolci meravigliosi. L’autrice secondo me ha fatto centro con questo romanzo. Arrivavo da una lettura molto pesante e già solo vedere il rosa della copertina mi ha portato fuori da quella tristezza accumulata. Un’ottima lettura che porta ottimismo e speranza e benché non dia soluzioni rapide e specifiche ti fa capire che se davvero ci credi tutto può trovare la luce.
“…Ho paura di tornare a Parigi, in effetti, di uscire da questa bolla bretone, paura dei sentimenti che riaffioreranno, paura di confrontarmi con il passato. Tuttavia, mi sento più forte, come se questi pochi mesi trascorsi a Saint-Malo mi avessero riempita di amore e di un’energia che pensavo fosse morta per sempre….Pensavo di non essere brava a fare niente, poi mi sono resa conto di aver fatto passi da gigante…Fa male. Farà male per sempre…”