Giulia Mei non è un’Artista come tutte le altre, nel panorama discografico contemporaneo è qualcosa di unico, fastidioso ai più ma allo stesso tempo utile ed indispensabile.
“Io della Musica non ci ho Capito Niente” è un Album che odora di Rivoluzione, parla di Femminismo ma in chiave 2.0, leggera in apparenza, con un sarcasmo che ci nasconde una verità dolorosa da affrontare.
Purtroppo è così, Giulia Mei ci dice cose che a volte fingiamo di non vedere, ci mostra una verità che fa male e forse per questo tendiamo a metterla ai margini, in un angolo, sperando che le cose poi, alla fine si aggiustino da sole.
Non succede quasi mai, la Vita in questa nostra Società Contemporanea non permette sbagli, errori, ti colpisce, ti distrugge, ti lascia così inerme ad assistere alla presa di potere degli altri, di quelli più stronzi ma che sempre vengono premiati in questo mondo sbagliato.
Giulia Mei, l’ultima Rivoluzionaria
Giulia racconta questo ma lo fa con quella voce che sembra sempre prenderci un po’ in giro, come una bambina dispettosa, con un sound che mescola pop e cantautorato, con un pizzico di elettronica e momenti di pura magia come in “Mozrat”, in modo mai banale e scontato.
Abbiamo ascoltato “Io della Musica non ci ho Capito Niente” per proporvi la nostra consueta Recensione, ormai lo sapete, come Magazine DG85.it raccontiamo la nostra Società e la Cultura Contemporanea anche attraverso gli Album più interessanti del momento.
Un po’ come Giulia Mei anche noi non amiamo la censura, promuoviamo un Giornalismo senza Etichette al servizio di un’Informazione Libera ed Indipendente, scriviamo ciò che pensiamo perché non dobbiamo rispondere a nessun editore, i nostri unici padroni, siete voi che ci leggete e che a quanto ci dicono i dati, ci state apprezzando sempre di più.
In questo Album abbiamo visto il lato più oscuro e ipocrita della nostra società, Giulia sottolinea le tante incongruenze di un’Italia cattolica e accogliente ma allo stesso tempo sempre pronta a criticare, offendere, bullizzare.
C’è tutto il marcio della società, della scuola, della gioventù ma anche dell’età più adulta che alla fine non è altro che il risultato di quella base di partenza compromessa.
Personaggi che non valgono nulla, seduti sugli scranni più alti del nostro sistema, presi da esempio come virtuosismi da emulare ma in realtà di valore pare ad una banconota da due euro.
Giulia Mei è una Femminista convinta, l’abbiamo conosciuta con la hit “Bandiera” ma il suo è un Femminismo 2.0 fresco, al passo con i tempi che si evolve ed adatta al cambiamento di quella stessa società e che non nega di sottolineare le troppe contraddizioni dell’oggi giorno.
Questo disco vi sorprenderà, c’è della rivoluzione umana nelle sue 12 tracce, perché la stessa Giulia si definisce come ultima Rivoluzionaria rimasta.
Chissà se ascoltando attentamente questi brani, non vi siano altri capaci di seguire il suo esempio, innalzare la sua bandiera e farsi portavoce di un cambiamento reale di cui abbiamo dannatamente bisogno?