Giornata Mondiale della Visibilità Lesbica. Storia, orgoglio e lotta ancora necessaria, il 26 aprile di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale della Visibilità Lesbica, un appuntamento fondamentale per dare voce, spazio e dignità a tutte le donne lesbiche, troppo spesso invisibilizzate persino all’interno della stessa comunità LGBTQIA+.
Questa ricorrenza nasce con un obiettivo chiaro: contrastare l’emarginazione e promuovere la consapevolezza sociale riguardo alla molteplicità delle esperienze lesbiche.
Le origini della Giornata Mondiale della Visibilità Lesbica
La Prima Giornata della Visibilità venne celebrata il 26 aprile 2008 in Argentina, grazie all’impegno di attiviste e collettivi femministi lesbici come il “Movimiento de Lesbianas Feministas“.
L’obiettivo era denunciare l’oppressione e la discriminazione sistematica nei confronti delle donne lesbiche, e rivendicare la propria presenza nella società.
Successivamente, questa giornata è stata adottata a livello internazionale, trovando sempre più eco nei vari paesi, Italia compresa.
In Italia, parlare di storia lesbica significa affrontare una narrazione spesso nascosta o marginalizzata. Eppure, le donne che amavano altre donne ci sono sempre state.
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Una delle figure più celebri e citate è Vittoria Colonna, poetessa rinascimentale, che alcuni studiosi interpretano come autrice di componimenti che esprimono un forte legame affettivo tra donne, anche se in epoca moderna è difficile applicare etichette contemporanee a figure storiche.
Un nome fondamentale nel Novecento è quello di Mariasilvia Spolato, attivista, matematica e scrittrice, considerata la prima donna italiana a dichiararsi pubblicamente lesbica.
Nel 1972, durante una manifestazione a Roma, sfilò apertamente con un cartello che recitava: “Liberazione omosessuale.” Questo gesto straordinario le costò il posto di lavoro da insegnante, ma la consacrò come una pioniera del movimento di liberazione omosessuale italiano.
La nascita del movimento in Italia
Il movimento lesbico in Italia si sviluppò soprattutto negli anni ’70, in parallelo alla crescita del Femminismo e delle prime organizzazioni LGBTQIA+.
Nascono in quegli anni collettivi come il Collettivo Rivolta Femminile e gruppi più specificatamente legati alla realtà omosessuale femminile come Pompeo Magno a Roma e il Collettivo Lesbico Separatista a Milano.
Nonostante l’apparente solidarietà con il movimento gay maschile, molte donne e ragazze sentirono l’esigenza di creare spazi autonomi: il sessismo interno al movimento omosessuale misto era ancora molto diffuso.
Nascono così le prime riviste, come “Sottosopra” e “Differenze”, che trattavano specificamente i temi delle donne omossessuali.
Negli anni ’90 e 2000, nuove associazioni come Arcilesbica portarono avanti una battaglia visibile e concreta per i diritti, lottando su temi come l’accesso alla maternità per coppie lesbiche, il riconoscimento legale delle unioni e il contrasto alla violenza lesbofobica.
Una battaglia ancora necessaria
Oggi più che mai, celebrare il 26 aprile non è solo un atto di memoria, ma una necessità politica.
In Italia, i dati confermano una realtà allarmante: secondo l’ultima indagine di ILGA-Europe, il nostro paese è sceso ulteriormente nel ranking europeo sui diritti LGBTQIA+, a causa della mancanza di leggi contro l’omotransfobia e delle crescenti pressioni politiche contro le famiglie arcobaleno.
Le donne omossessuali affrontano ancora una doppia discriminazione: in quanto donne e in quanto gay.
In molti contesti lavorativi, scolastici e sanitari la loro esistenza è ignorata o marginalizzata. L’accesso alla genitorialità resta un diritto negato a tante coppie, così come manca una rappresentazione adeguata nei media mainstream.
Rendere visibile una donna lesbica significa combattere contro stereotipi tossici, come quello che le vuole iper-sessualizzate per uno sguardo maschile o, al contrario, totalmente invisibili e irrilevanti. Significa ribadire che l’amore tra donne è pienamente legittimo, degno e potente.
La Giornata Mondiale della Visibilità Lesbica non è una semplice celebrazione, ma un invito all’azione. È un momento per ascoltare le voci lesbiche, supportare il lavoro delle attiviste, educare nuove generazioni al rispetto e all’inclusione.
In un’Italia in cui il patriarcato e l’omolesbobitransfobia sono ancora radicati, rendere visibili le donne lesbiche è un atto rivoluzionario. È un modo per gridare al mondo che non torneremo indietro, che i nostri amori, i nostri corpi e le nostre vite meritano di essere viste, riconosciute e rispettate.
Perché fino a quando ci sarà anche solo una donna costretta a nascondere chi ama, la nostra lotta non potrà dirsi finita.
Il Magazine DG85.it così come DG Network, da sempre sono al fianco di chi lotta per la difesa dei Diritti. Crediamo nel Valore della Libertà, dell’Indipendenza, dell’Uguaglianza. Non amiamo le Etichette, detestiamo le discriminazioni, in ogni forma, per questo siamo al fianco dell’intero Movimento LGBTQIA+ anche nel dare Visibilità a momenti e giornate così importanti.
Anche quest’anno, in occasione del mese del Pride, dedicheremo molto spazio a queste tematiche perché il nostro compito e dovere, è quello di sensibilizzare il più possibile l’opinione pubblica e i nostri stessi lettori, affinché l’uguaglianza possa realmente trionfare ed essere protagonista nella nostra Socoetà.