Le “Schegge” di Giorgio Poi: la Scuola Romana va al cinema

Un disco dall’anima un po’ nostalgica, cinematografica, romantica ma non in modo mieloso o banale, le atmosfere sono decisamente poetiche con Giorgio Poi
Picture of Davide Gerbino

Davide Gerbino

Correspondent Creator, Presentatore, Producer per DG85.it e DG Network

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Un disco dall’anima un po’ nostalgica, cinematografica, romantica ma non in modo mieloso o banale, le atmosfere sono decisamente poetiche con Giorgio Poi

Giorgio Poi – Schegge. La scuola Romana è in splendida forma, il Cantautorato figlio della Capitale, ci sta regalando nelle ultime settimane parecchie perle decisamente interessanti. 

Abbiamo recentemente parlato di Franco126 e di Carl Brave, che con i loro ultimi lavori discografici hanno dimostrato un fermento Artistico davvero sorprendente ed ora tocca ad un altro talento decisamente non banale. 

Giorgio Poi non è un ragazzino per i parametri discografici attuali, classe 1986 è figlio di un’altra epoca, artistica, musicale e culturale. 

Forse anche per questo il suo lavoro discografico negli anni, non ha mai seguito gli schemi classici della Musica commerciale usa e getta, i suoi Album arrivano dopo anni di riflessione, sperimentazione, ascolto, esperienze.

Giorgio Poi, la Cinematografia di “Schegge”

GIORGIO POI SCHEGGE 1

Eccoci dunque a “Schegge” quasi tre anni dopo “Gommapiuma”, una lunga attesa ma che ne è decisamente valsa la pena. 

Parliamo di un disco dall’anima un po’ nostalgica, cinematografica, romantica ma non in modo mieloso o banale, bensì in atmosfere decisamente poetiche ed iconiche.

Giorgio Poi è un regista che anziché dirigere un film, mette in ordine musica e parole, creando così il suo cortometraggio. 

È anche un pittore che sulla tela immortala momenti di vita, in ordine sparso, diversi ma che tutti insieme, costituiscono un tutt’uno emozionante e quasi perfetto. 

Quell’imperfezione, minuscola, piccola, quasi irrisoria, rende l’Album qualcosa di ancora più autentico e vero, perché la perfezione non esiste e forse non è neanche giusto inseguirla. 

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Sono solo nove tracce ma ci fanno fare un viaggio nella Roma della notte, dei tramonti, delle coppie che si amano e si lasciano, della vita che scorre lenta, un po’ infastidita da un mondo che invece, al contrario, pare andare troppo veloce. 

Ogni traccia è un qualcosa di unico ma tutti insieme, i brani si presentano effettivamente come un percorso, a volte surreale ma in definitiva totalmente contemporaneo. 

Giorgio Poi racconta la sua generazione, i ragazzi che come noi sono cresciuti negli anni 80/90 e che oggi forse si sentono un po’ spaesati.

Lasciati soli a guardare le nuove generazioni correre via e quelle precedenti lì, ancora a giudicare e a dare ordini. 

Questa difficoltà, questo disagio, questo mal di vivere, rispecchia perfettamente la Musica di uno dei Cantautori più introversi e riflessivi della nostra epoca, con la sua voce unica e iconica, ancora una volta, Giorgio ha dimostrato che l’Indie Italiano è ancora vivo e vegeto, si sta evolvendo, cambia ma riesce ancora a raccontare una generazione.

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