La Fame di Trap di Jake La Furia è ancora tanta, nel 2025 le Nuove Generazioni dovranno farci i conti

Jake La Furia torna con l’Album “Fame”, tanta rabbia figlia dei vecchi tempi che dimostra la sua voglia di primeggiare ancora
Jake La Furia torna con l’Album “Fame”, tanta rabbia figlia dei vecchi tempi che dimostra la sua voglia di primeggiare ancora

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Davide Gerbino

Correspondent Creator, Presentatore, Producer per DG85.it e DG Network

Il Ritorno di Jake La Furia con l’AlbumFame” arriva a poche settimane da quello di Marracash e a pochi giorni da quello di Guè, il risultato è che il Dogo si posiziona a metà strada tra i due. 

Non ha nelle sue corde la vena creativa e sperimentale di Marra ma allo stesso tempo non si adagia sugli allori come il socio Guè, ne esce un Disco di ottimo livello capace di sorprenderci. 

Jake La Furia guarda alla Nuova Generazione, alla Scena Trap che si sta facendo spazio e pare dire loro che al momento il king della strada è ancora Lui. 

Lasciati nel passato i pezzi dal sound latino, nati per una banale hit estiva, si passa alla vera Musica, quella delle Origini, quella cruda, quella che forse non ti aspetti più da Jake. 

Fame, tutta la Rabbia di Jake La Furia

Ne ha per tutti “Fame” è uno schiaffo ai Colleghi, allo Stato, alla Polizia, alla Società che non si sta rendendo conto di quanto male ci stiamo facendo. 

Jake vuole spronare le Nuove Generazioni, quelle che hanno nelle mani la possibilità di un vero cambiamento ma non ci si arriverà con i fiori, bensì con le bombe. 

La Musica che ci propone il Club Dogo è vera, autentica, a tratti anche fastidiosa per chi vorrebbe un rap buonista e pulito, Jake La Furia pulito non lo è mai stato e ora finalmente getta la maschera indossata fino a poco fa. 

Con il Magazine DG85.it raccontiamo la Cultura Contemporanea, lo sapete ormai benissimo voi che ci leggete ogni giorno, lo facciamo per cercare un senso, per capire meglio la nostra Società.

Noi scriviamo con il nostro Giornalismo senza Etichette, con l’Informazione Libera ed Indipendente che rende queste pagine le uniche veramente senza censure e senza filtri di questo paese.

Apprezziamo molto il nuovo Album di Jake La Furia perché a differenza di Guè, pare non porsi limiti. Le sue barre sono forti, schiaffi in pancia e pugni nello stomaco, piaccia o no, è questo ciò che gli chiediamo. 

Jake La Furia meglio di Guè

Se Guè con “Tropico del Capricorno” ci era sembrato in una comfort zone molto commerciale, mentre Marracash con la sperimentazione fortissima di “È Finita la Pace” pare giocare in un’altra categoria, questo Nuovo Lavoro di Jake La Furia è pura Trap contemporanea

Vicinissimo alla Nuova Generazione che non a caso è molto presente nel disco con Collaborazioni mirate ma azzeccate, Jake si allinea a Papa V, Artie 5ive, nonché il primo Ernia o il primissimo Rkomi che speriamo di ritrovare a Sanremo

La Rabbia di ragazzi che non si sentono ascoltati, capiti, valorizzati, apprezzati o anche solo accettati da un sistema gestito da pochi bastardi con i soldi che fanno ciò che vogliono di tutti noi.

Contro questo sistema, incarnato alla perfezione dalla figura del banchiere Draghi ad esempio, con la sua austerità e spietata indifferenza al limite dell’inumanità, i giovani sono chiamati ad una riscossa che forse non sarà pacifica. 

Ovviamente Jake La Furia non vuole guerra a tutti i costi ma nelle sue barre senza filtri in un certo senso prova a spronare veramente chi lo ascolta perché l’ora o mai più ormai pare essere già passato. 

Fame” è tutto questo e noi che non facciamo la classica Recensione che potete trovare come copia-incolla ovunque, vediamo in questo Album un senso su quella che è la nostra Società soprattutto nei più giovani, nei ragazzi che saranno il futuro di questo paese.

Cerchiamo un insegnamento da tutto questo, una riflessione sulla Contemporaneità e questa volta è un pensiero difficile da accettare, quasi una resa, un grido di dolore, un punto di non ritorno. 

Se Jake La Furia ha un po’ di ragione, il futuro che ci aspetta non è certo roseo, vogliamo auspicare che dietro alle sue barre, qualcuno comprenda che forse è giunta l’ora di fare qualcosa.

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