ACAB la Serie TV tratta dal Film del 2012, nasce per screditare ed infangare la Polizia ma in realtà, finisce per mostrarne il lato più Umano.
Una serie molto ambiziosa, sporca, intensa, a tratti anche avvolgente, tecnicamente fatta molto bene con attori Italiani che sanno fare il loro mestiere ad iniziare dall’ottimo Marco Giallini.
Tuttavia come ben sapete, le Recensioni che trovate sul Nostro Magazine DG85.it non guardano a questi particolari ma vogliono essere una Riflessione sulla trama, sul suo significato, sul messaggio che il prodotto ci lascia.
La nostra è un’analisi Culturale e Sociale, del resto con il nostro Giornalismo senza Etichette e la nostra Informazione Libera ed Indipendente vogliamo estrapolare ciò che una Serie TV come in questo caso, rappresenta per la Cultura Contemporanea.
ACAB una Serie TV a due faccie
ACAB in questo senso ci lascia una sensazione strana, un chiaroscuro che non sappiamo se voluto o capitato per caso senza la vera volontà della Regia.
Come il Film del 2012 e prima ancora il Libro, anche questa Serie TV di fondo ha lo scopo di screditare la Polizia.
Inutile girarci attorno, è evidente, gli autori non amano particolarmente la divisa e ciò che rappresenta.
La Serie TV parla di una squadra della Polizia di Roma, un gruppo considerato di estremisti, duri e puri, un po’ fascisti che ci sta sempre bene quando l’intento è diffamare qualcuno.
In realtà emerge dalla narrazione stessa che si tratta di un gruppo di ragazzi come tanti, ognuno con una storia difficile alle spalle, Donne e Uomini che trovano nella Polizia un senso di appartenenza, una fratellanza e una famiglia di cui non trovano seguito nella Vita privata.
Questo legame fortissimo, diventa senso di protezione e difesa, quando uno di loro, un fratello, un amico, una guida, viene barbaramente aggredito e irrimediabilmente ferito da un gruppo di antagonisti delinquenti, il cui unico scopo è quello di colpire lo stato e le sue Forze dell’Ordine.
La rabbia e il dolore, si trasformano in repressione, una sorta di vendetta che porterà uno di quei delinquenti a fare una brutta fine.
ACAB è anche realtà
In quasi tutti i paesi del mondo, i Telegiornali e i media, parlerebbero del Poliziotto che perderà l’uso delle gambe, dell’aggressione subita dalla Polizia, dalla violenza degli anarchici.
In tutto il mondo ma non in Italia, dove “giornalisti” e magistratura, iniziano una campagna d’odio e sospetti contro la squadra del povero malcapitato agente.
ACAB in questo è pura realtà perché in effetti è ciò che succede ogni giorno in Italia. I delinquenti sfrecciano per le vie delle nostre città, dopo aver rapinato e violentato ma nei guai ci finiscono i Poliziotti o i Carabinieri che cercano di fermarli.
Uno specchio amaro, crudo ma veritiero della nostra Società Contemporanea e di uno stato sempre più in declino così come il senso civico dei suoi cittadini.
Tornando alla Serie TV, questa situazione di fondo si intreccia con altre vicende in particolare con la figura di Michele Nobili, capo squadra chiamato a sostituire il collega ferito.
Nel suo passato pesa una storiaccia non molto differente da questa, in cui lui fu testimone chiave per condannare due colleghi accusati di violenze contro un delinquente agli arresti.
Una macchia nella sua carriera, ovviamente malvista dai suoi nuovi compagni ma ben presto anche il Nobili si allineerà al senso di protezione reciproca e famiglia che si respira in caserma.
Quando la figlia viene stuprata da un ragazzo più grande e la magistratura anziché fare giustizia, accusa la ragazza di essersela cercata, anche il giusto Michele Nobili cede alla sete di vendetta e da questa vicenda personale, comprende qualcosa che forse in passato era distante dal suo pensiero.
ACAB tante contraddizioni
Insomma, ACAB nel complesso è una Serie TV ricca di contraddizioni che non siamo riusciti a capire se volute o meno ma di certo, nel tentativo di gettare ulteriore fango sulla Polizia, agli occhi di un pubblico non del tutto assuefatto dalla solita retorica, potrebbe anche venir fuori il lato più umano di questi ragazzi.
Uomini e Donne che mettono la loro Vita al servizio dello Stato, costretti da ordini superiori a fare cose che non vorrebbero e allo stesso tempo, obbligati a stare fermi quando invece l’azione dovrebbe essere la soluzione più ovvia.
Con uno stipendio da operaio, subiscono ogni giorno ingiurie, offese, insulti, aggressioni, fino alla vera e propria violenza ma il più delle volte accettano in silenzio.
Ci vuole una grande umanità per sopportare tutto questo e dalla Serie TV ACAB, almeno per chi come noi guarda con occhio attento, emerge assolutamente.
Vi consigliamo di guardare questa che comunque resta una Serie TV difficile e non per tutti.
Guardatela con un attimo di riguardo in più, ragionate, non fermatevi alle facili apparenze, andate oltre e ne rimarrete piacevolmente sorpresi.